E però confortò Francesco a pigliare questa impresa vivamente e non perdonare né a danari né ad altra cosa per conseguire questo suo desiderio, [30v] iudicando che, come Francesco tentava questo, subito Carlo li diventava inimico. E se bene cognoscessi impossibile che egli fusse eletto, perché non fusse eletto Carlo già fattoli inimico, volterebbe il favore a qualche principe d'Alamagna. E questo disegno del Papa riusciva ancora che l'ammiraglio di Francia, el quale il Re aveva mandato a Treveri per condurre la pratica d'essere eletto con lo Arcivescovo, uno delli Elettori, sempre con lettere dessi speranza e quasi certezza al patrone ch'egli sarebbe eletto re de' Romani, nondimeno il Re non lo credeva et aveva volto il favore suo al marchese di Brandeburg, uno degli Elettori. Et era contento che li danari prometteva a quelli Elettori ch'eleggevono lui, darli a quelli che eleggevono detto Marchese.
Ma Carlo aveva tanti amici e partigiani in Alamagna, per essere stato lo Imperio nella Casa d'Austria più di settanta anni continui, e ne fece condurre tanti in Francfordia, dove si doveva fare la elezione, et allo intorno, che si può dire che ella fussi fatta più presto con le forze, che per l'ordinario, perché non vi fu elettore che ardissi fare parola di eleggere altri in re de' Romani che Carlo, ancora che vi fussi chi desiderassi assai lo Imperio e per sé e per altri.
Sendo dunque eletto Carlo re de' Romani et essendo in Ispagna, tutti i Fiamminghi e Tedeschi, che egli aveva a presso, instavono che tornassi in Alamagna.
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