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      E, benché in Ispagna si vedessino segni di sollevazione, dicevono che la riputazione di tanti stati, aggiunto lo Imperio, farebbe stare ciascuno a segno. Onde Carlo, stimolato da tante persuasioni, si partì di Spagna per mare e pose nell'isola d'Inghilterra per fare una vera unione con quello Re. La quale l'uno e l'altro d'essi pensorono avere fatta, ma durò tanto, quanto ciascuno di loro iudicò essere a beneficio suo.
     
      Francesco, intesa la elezione di Carlo, cominciò subito a pensare come s'avessi a difendere, quando egli lo volessi offendere. E, benché la ragione volessi che Francesco dovessi cominciare a muoverli guerra subito, mentre egli aveva la Spagna co' puntelli e non era solidato nello Imperio, né aveva danari, perché li [31r] aveva spesi in pagare li uomini fece condurre in Francfordia et all'intorno perché dessino favore alla sua elezione, non lo volle fare, perché non volle si potessi dire che da lui nascessi il principio di turbare la pace de' Cristiani. Ma cercò di farsi amico il re d'Inghilterra e, per avere più reputazione, recuperò da lui Tornai, che il re Luigi, suo antecessore, aveva perduto pochi anni avanti. Poi, per mezzo d'imbasciadori, convennono di parlare insieme.
      Et Enrico passò il mare e venne a Calese, e Francesco a Bologna. E ciascuno di loro fece tendere padiglioni ricchissimi in su certi prati e nel mezzo di quelli si parlorono la prima volta, e fecionsi carezze assai. Poi si convitorno, donoronsi, fecionsi giostre, balli et ogni altra maniera di festa.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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