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      E forse gli sarebbe riuscito, se non fossi stato prevenuto dalla morte.
     
      Mandato che ebbe il Papa le sue galee a Genova e che non gli successi il disegno di voltarla, gli bisognò venire alla forza aperta.
      E Prospero Colonna subito andò in Lombardia, capo delle genti a cavallo di Cesare, contro a' Franzesi, et il marchese di Pescara, capo delle fanterie, col quale andorono tutti e' fanti spagnuoli ch'erono nel Regno. Il Papa ancora vi mandò le genti sue a cavallo e fece soldare molti fanti italiani, e la prima impresa fu di porre il campo a Parma.
      Francesco, giugnendoli questa guerra a dosso subito et improvisa, non si perdé d'animo, ma pensò di fare e' rimedi possibili. E subito mandò a soldare Svizzeri, ma, avanti [33v] scendessino, Parma era forte stretta, dove era governatore monsignor d'Ellanson e con lui molti altri signori italiani e francesi. Ma avevono poca gente né confidavono del popolo perché, quando era suddito della Chiesa, era uso a pagare poco.
      Durò la obsidione di Parma più giorni et i Franzesi, diffidando guardarla tutta per essere troppo grande e loro essere pochi defensori, abbandonoro la parte di là dal fiume, che guarda verso Piacenzia, dove li inimici facevano la batteria, e si feciono forti drento della terra, in sul fiume della Parma, con ripari et artiglierie et altri ordini. Le genti della Lega entrorono in quella parte di Parma abbandonata e messono a sacco quello poco vi trovorono.
      Lione aveva in quello essercito per suo capitano Federigo marchese di Mantova, el quale, per essere giovane, si rapportava a Prospero, capo principale in questa impresa.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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