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      Basta, che, per qual causa si volessi, la notte medesima gli venne la febbre et il dì sequente si condusse in Roma et il primo di dicembre morì. Né mai seppono i medici trovare rimedio al suo male. Fu detto che morì di veneno: e questo quasi sempre si dice delli uomini grandi, e massime quando muoiono di malattia acuta. Ma chi conosceva Leone e considerava quanto aveva il corpo bene proporzionato dal collo in giù e poi quanto avessi il capo grosso e fuori di proporzione dell'altre membra, si potrà maravigliare che egli sia vivuto tanto, e massime perché nel vivere era poco regolato, perché digiunava spesso e poi si caricava troppo di cibo: e per questo, e per avere il capo grosso et umido, era sempre pieno di catarro.
      Quando morì, correva l'anno dell'età sua quadragesimo sesto. Uomo al quale la fortuna durò favorevole otto anni continui perché, avanti fussi papa, sendo prigione de' Franzesi, scappò a caso, prese lo stato di Firenze contro all'oppenione di ciascuno, fu pontefice che non vi doveva avere parte. E questo è certo che il cardinale di Volterra, vedendo che il cardinale di San Giorgio, che li era inimico, aveva gran parte nel pontificato, si riconciliò con Medici, non credendo in modo alcuno che potessi essere Papa, e discorse che, col confortare Medici a cercare il pontificato, farebbe due cose: l'una, che torrebbe la voce di Medici e suoi aderenti a San Giorgio, che avevono inclinazione a dargnene; l'altra, che qualunque fussi fatto papa, sarebbe inimico a Medici, reputandolo presuntuoso, che sì giovane ardissi aspirare al pontificato.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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