E così ebbono bando Tommaso e Giovambatista Soderini, perché erono ancora loro in qualche convenzione con li sopranominati. E queste punizioni non seguirono per volontà del cardinale de' Medici, ma per satisfare agl'Imperiali, e' quali dicevano che chi voleva mutare lo stato di Firenze, era inimico di Cesare e che l'inimici di Cesare s'avevano a gastigare senza misericordia.
E' Cesarei, poiché ebbono rotto i Franzesi alla Bicocca, deliberorono assaltare Genova, la quale non aveva voluto mai lasciare la parte franzese. E Ferrando Davalo, marchese di Pescara, vi condusse il campo e per forza v'entrò drento e fu dagli Spagnuoli messa a sacco. È vero che il sacco non durò che un dì, perché Antoniotto et Ieronimo Adorni, che erono con l'essercito imperiale, s'ingegnorono rimediare, nondimeno il bottino fu grande di danari, d'argenti, di gioie, di drappi e di qualche prigione, perché Genova era allora connumerata una delle ricche terre d'Italia e forse la più ricca dopo Roma.
Alloggioronsi e' Cesarei per le terre di Lombardia. E perché il castello di Milano, che era ancora in potere de' Franzesi, non potessi loro nuocere, per il consiglio di Prospero Colonna lo circondorono, e di verso la terra e di fuori, con fossi larghi e profondi; e disposono le guardie in modo che con manco di mille fanti si guardava, sì che non poteva nuocere alla città, né chi v'era drento ne poteva uscire senza suo manifesto pericolo.
Fece ancora Carlo assaltare la Francia dalla banda di Fiandra e, desiderando Enrico re d'Inghilterra essere arbitro della pace tra Cesare et il re di Francia e non lo acconsentendo Francesco, Enrico gli diventò inimico.
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