E' signori che governavono le faccende di Carlo in Italia, e' quali erono il duca di Sessa, oratore a Roma, don Carlo della Noi, viceré a Napoli, Prospero Colonna, a Milano, et Ieronimo Adorno, a Genova, intesa questa nuova preparazione, si ordinorono a fare tutti li ostacoli possibili. E per stabilire bene Firenze, feciono che Adriano chiamò il cardinale de' Medici a Roma; e tutti li signori sopradetti, e con lettere e con uomini, monstravono una grandissima confidenzia in lui.
E per levare il capo della parte franzese di Roma, operorno che Adriano fece mettere in Castello il cardinale de' Soderini, monstrando certe sue lettere, le quali avevono intercette, che confortavono il Re a venire a turbare la quiete d'Italia. Cercorno ancora d'accordare co' Veniziani et a questo effetto vi mandorono Ieronimo Adorno e Marino Caracciolo napoletano, uomini eccellenti a trattare simili negozi. E benché Francesco, avvertito di questo, vi mandassi ancora lui uomini suoi, e, tra li altri, Lodovico Canosa, veronese, vescovo di Baiosa, el quale in persuadere ha pochi pari, pure, contro a tutte le ragioni, e' Veniziani accordorono con Cesare. Né si seppe vedere che gli movessi, se non il desiderare che il ducato di Milano restassi in Francesco Maria Sforza, signore debile, per poterlo un dì pigliare per loro.
Fu ancora oppenione che l'avere tenuto Andrea Gritti per il passato le parti franzese nocessi a Francesco, perché e' Veniziani vollono monstrare che il loro principe non può determinare delle leghe e pace a suo piacere.
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