E monstrò il Viceré a Francesco che sarebbe possibile che, seguito questo sponsalizio, la sorella potrebbe tanto operare col fratello, che gli bastassi avere potuto riavere la Borgogna e non si curassi poi riaverla in fatto.
1526
Vennesi in fine a strignere e' capitoli e' quali per il Re furono strettissimi e si monstrava che erono fatti in prigione perché [oltre] allo ubrigarlo a dare la Borgogna, vi erano molte altre ubrigazione iniuste et inoneste. E perché Francesco avessi più causa d'osservare, volle Cesare per statichi duoi suoi figli.
Fatti i capitoli, il Re venne alla presenzia di Cesare e li fu fatto quello onore se li conveniva, pure era sempre ben guardato. Sposò la sorella di Carlo et, accompagnato dal Viceré, si partì. E nella riviera vicina a Bajona il Viceré ricevette e' figli di Francesco e lui lasciò libero. E questo fu del mese di marzo nel venticinque, al modo fiorentino. E venne il Re a stare prigione circa mesi tredici. Ricercò il Viceré Francesco, poi che egli fu libero, che giurassi di nuovo e' capitoli fatti con Cesare e promettessi l'osservanzia, il che egli ricusò, dicendo non volere farlo, se prima non consultava con li suoi.
Il Papa, intese tali convenzioni, subito espedì Paulo Vittori al Re, e per rallegrarsi della sua liberazione e perché, quando lo trovassi inclinato a non osservare, li offerissi lega e lo animassi a fare gagliarda guerra a Cesare. Il detto Paulo, sendo pure d'età d'anni quarantanove e non molto sano, per la fatica durò a correre la posta, giunto in Firenze, ammalò e morì. Onde il Papa seguitò in mandare Cappino da Mantova, che era stato in corte di Cesare più mesi mentre il Re era prigione.
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