Ricevette il Papa questa vergogna et a' Fiorentini, oltre alla ignominia, restò la spesa, perché sendo i Sanesi sdegnati, e' Fiorentini erono constretti a guardare tutte le terre de' loro confini. Et era impossibile che potessino contribuire alla guerra di Lombardia e guardare il loro paese.
Il campo della Lega in Lombardia si stava a Marignano, et attendeva a fare certe leggieri scaramucce con l'inimici et ovviare che viveri non entrassino in Milano, dove era penuria grandissima. Ma li soldati avevono ridotto quella povera città in termine che nessuno uomo che vi fussi curava più di vivere, et a' soldati bastava avere che vivere per loro e del popolo non tenevono conto alcuno e ne moriva ogni dì numero grande di fame.
Et essendo nel campo della Lega tante genti da potere tenere stretto Milano et ancora fare qualche altra fazione a beneficio della impresa, si consultò tra li capitani quello fussi da fare. Chi era d'oppenione andare verso Genova per mutare quello [50r] stato, e chi voleva ire a Cremona. Vinse infine l'oppenione del duca d'Urbino, che era infatto quella de' Veniziani, d'andare a Cremona. E vi andò, per capo delle gente vi si conduceva, Malatesta Baglioni. La fortezza di Cremona si teneva per il duca di Milano e si credette da principio potere entrare nella terra per la fortezza facilmente. Ma riuscì il contrario, perché dumila fanti tra Tedeschi e Spagnuoli, che vi erono drento, feciono una difesa incredibile. Durò quella espugnazione più che venti dì; andoronvi i migliori fanti che avessi la Lega, andòvi in ultimo il duca d'Urbino e, con la morte di molti valenti uomini, fu presa, con patti, però, che li fanti che vi erono drento, salvassino la roba e le persone.
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