Don Ugo, el quale io dissi di sopra che il Re lasciò passare per Francia per venire al Papa, giunto che fu a lui e trovatolo ostinato a non si partire dalla Lega, perché in verità non lo poteva né doveva fare, se n'andò nel Regno e trattò con il cardinale Colonna (il quale più mesi inanzi era partito di Roma sdegnato col Papa, perché gli domandava tutto di cose inoneste et il Papa non le voleva fare) come gli potessino nuocere, e perché i signori Colonnesi, non solo il Cardinale, ma quasi tutti li altri, stavono in sospetto del Papa et il Papa di loro. E spesso si facevono delle terre loro insulti a quelle del Papa e così pel contrario. Et il Papa era necessitato a spendere per tenere fanti in Roma e nelle terre di confini e non poteva reggere tanta spesa, perché aveva, oltre alla spesa di terra, quella di mare, perché, dopo che fu morto Paulo Vittori, condusse Andrea Doria, genovese, con otto galee e gli dava buona provisione.
E però e' Colonnesi erano certi che Clemente volentieri poserebbe con loro, quando fussi sicuro, per levarsi da spesa. E ne li aveva fatti più certi il duca di Sessa, el quale era stato quattro anni oratore a Roma per Cesare, e, quando cominciò la guerra, il Papa l'aveva licenziato. Ma egli, partito, ammalò a Marino e domandò grazia a Clemente di potere tornare a curarsi in Roma, dove in pochi giorni morì.
Ma in quel mezzo (per rendere merito al Papa della grazia li aveva concessa) fece intendere a Don Ugo et a' signori Colonnesi in quanta penuria di danari si trovava il Papa e quanto sarebbe facile ingannarlo sotto uno accordo, pure che s'avedessi d'alleggerire di spesa.
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