Et intorno a Firenze tutte le ville de' cittadini erono rubate et il bestiame predato e li contadini fatti prigioni e le donne sforzate.
Di che nacque che certi giovani della città, cognoscendo che il duca d'Urbino, venendo e' Cesarei verso quella, vorrebbe fare [55v] lo alloggiamento per li soldati della Lega in Firenze, e che non era però da sopportare che li fanti potessino sforzare la moglie, le figliuole e sorelle di questo e quello cittadino, e per ovviare a questo era da dare l'arme con ordine alla gioventù fiorentina acciò potessi riparare a tale inconveniente, [e] conferirono questo loro pensiero a Luigi Guicciardini gonfaloniere, el quale ne dette notizia al cardinale di Cortona. Et egli ne volle il consiglio di più cittadini e fu consigliato, senza discrepanza alcuna, che si facessi.
Ma egli, insospettito di dare l'arme alla gioventù, andava differendo e per questo, alli ventisei d'aprile dell'anno ventisette, si levò tumulto nella città, chiusonsi le botteghe e, volendo li cittadini amici de' Medici correre a quella casa, trovorono che il cardinale di Cortona et il cardinale de' Ridolfi, che vi era venuto pochi dì inanzi mandato dal Papa, et il cardinale Cibo, che era venuto nuovamente da Bologna, et Ipolito de' Medici, tutti erono iti a incontrare il duca d'Urbino, che doveva entrare quel giorno in Firenze. E stimando detti cittadini che li sopradetti cardinali, udito il tumulto, si fussino partiti per timore, tornorono alle proprie case e qualcuno andò in Palazzo per fare pruova di riparare al disordine, dove concorsono tutti e' nimici de' Medici armati e sforzorono e' Signori con minacce e ferite a sonare a martello e scendere in ringhiera a gridare Popolo, e dare bando a' Medici.
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