Alli cinque, Borbone rividde le genti sue et ordinolle, e la mattina delli sei, appresentò la battaglia tra il portone del Borgo, che è drieto alla casa del cardinale Cesis, e quello di Santo Spirito, dove ne' più de' [56v] luoghi non è muro, ma bene vi era fatto qualche poco di riparo. Era la mattina nebbia grande che causava che l'artiglieria non si poteva in modo indirizzare che nocessi alli inimici, e' quali dettono la battaglia. E quelli di drento si difendevono gagliardamente, ma furono tanti quelli di fuori, che con le mani guastorono e' ripari, che erano di terra e deboli, e si ridussono a combattere al piano. E quelli di drento erono sì pochi che, combattendo, tutti furono morti, ma feciono difesa di qualità che nel primo assalto ributtorono e' Cesarei; e volendo Borbone farli tornare alli ripari, gli fu necessario pigliare una scala et essere il primo a cominciare a salire; e salendo, fu morto da un colpo d'archibuso: uomo a chi, per il tradimento aveva fatto al suo Signore, non conveniva sì onorevole morte; pure ebbe questo dolore nel morire, che vidde la vittoria in viso, la quale con tanta fraude e scelerità acquistava, e conobbe non la potere godere.
Entrati che furono gl'Imperiali drento e morti tutti e' soldati che trovorono, s'inviorono verso il Palazzo. Et il Papa ebbe gran fatica a rifuggirsi in Castello con pochi cardinali e pochi servitori, perché assai ne morirono difendendo e' ripari. Et il cardinale de' Pucci stette sempre, così vecchio e debole, alle mura, gagliardo et interrito, confortando et animando i difensori, et infuriando di parole li avversari.
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