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      E' Genovesi in quel tempo, parendo loro avere ricevuto e danno e vergogna di Pietrasanta, deliberorno por campo per mare a Livorno; et ordinato armata grande e con essa uno ingegno chiamato il pontone, nuovamente trovato, dove si posavano l'artiglierie, e' traevano con gran forza alle rocche di Livorno. Per questo fu subito mandato a Piero a Pietrasanta lettere che a Livorno si transferissi, dove cogli altri comessari attese a riparare quanto era possibile.
      Ma meritò grande laude perché un giorno deliberò vicitare una torre scosta a terra circa a un miglio, chiamata il Fanale; e quivi, con poca compagnia andando, non fu sì tosto giunto che l'armata gli fu drieto, e lo schifo che l'aveva portato tolse e cominciò aspramente a dare la battaglia. Erano in quella torre pochi fanti, non credo passassino 12, la battaglia era aspra, soccorso non si vedeva; lui quasi al primo colpo fu ferito nella testa, nientedimeno tanto quegli pochi attese a confortare, tanti ripari ordinò, anzi di sua mano quasi fu necessario facessi, che i nimici sanza la vittoria, dubitando de' nostri che di terra cominciorono a trarre loro, furono forzati partirsi. E così fu per sua opera salvata quella torre, la quale, se era presa, era di ignominia grande alla città nostra, e molto facile a offendere Livorno, in modo che, presa quella, si giudicava spacciato. [3r]Seguì non molto dipoi che Innocenzio ottavo, creato di nuovo pontefice, deliberò privare del regno Ferrando, et a questo effetto tutti e' baroni d'esso Regno quasi fece ribellare.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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