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      Doni alcuno ne' magistrati non voleva, né ancora cose da mangiare, affermando essere cosa servile obligarsi e che chi piglia doni s'obriga, in modo che ancora che avessi buone possessione e nelle mercantie non perdissi et assai tempo stessi con salari publici, nientedimeno a' figliuoli altro che le possessione non lasciò perché agli amici venuti in bisogno ogni volta lo richiedevono sovveniva e qualche volta senza essere richiesto.
      Tanto benivolo inverso tutti gli uomini che non si potrebbe esprimere, et ogni volta che fra cittadini vedeva nascere dissensioni s'ingegnava comporle come lo monstrano le sua lettere le quali non adduco per non caricare alcuno. Gli amici tanto amava che per loro ogni pericolo, disagio, spesa essere necessario comportare giudicava; e massime Piero Capponi col quale alle volte 5 o 6 ore e tutta una notte parlava.
      E' contadini molto stimava e quegli a presso ogni magistrato s'ingegnava difendere; e quand'era in campo, e' guastatori che sono contadini e' quali sempre a' pericoli dell'artiglierie si sogliono esporre, si sforzava fussino riguardati et avessino quei ripari fussi possibile. Co' servi tanto facile che quando divenne a morte n'ebbe di quegli che mentre stette malato mai da lui si partirno, e poi che fu morto, ci fu dificile custodirgli che la vita non si togliessino.
      La donna, e' figliuoli amava assai, ingegnandosi imparassino buone lettere e buoni costumi, lasciando loro sempre in casa e nelle cose sue la medesima auttorità aveva lui. [4v]Paziente oltra modo, in modo che io affermerei non l'avere mai veduto adirato se non una volta, e quella fu nell'ultimo, più presto per la malattia che l'aveva infastidito; d'animo grandissimo, et in quanti maggiori pericoli era, meno s'aviliva.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





Piero Capponi