Né vi sarebbe stato uomo sì ardito che avessi presunto molestare o donne o uomini che portassino vettovaglie, di qualità che Piacenzia, dove erono ridotti assai soldati, non un campo di gente d'arme, ma una città ordinatissima pareva. Et io, che mi trovavo allora seco per commissario de' Fiorentini, posso rendere ragione quanto fussi amato e stimato da' soldati e da tutti li altri ch'erano in quello essercito.
Seguì il fatto d'arme di Marignano per ordine del cardinale Sedunense. Né lui né il Viceré si potettono trovare alla giornata, ché, senza dubbio, sendosi trovati con il loro essercito, e' Svizzeri restavono superiori. [61r] Furono rotti, come volle la fortuna che può assai in ogni cosa, ma massime nelle guerre. Nondimeno a Piacenzia venne nuova che i Franzesi erono restati inferiori, et il Viceré e molti altri capitani italiani erono d'oppenione si passassi subito il Po e si seguissi la vittoria drieto a' Franzesi, che si credevono rotti. Lui, essaminando li avvisi né li iudicando certi, con buone ragioni dissuase il passare: il che quando si fussi fatto, e lo essercito della Chiesa e lo ispano era rotto e fracassato e tutta Italia restava a discrezione di Francia.
Venne poco poi la nuova vera, onde egli, dubitando che i Franzesi subito non facessino un ponte in sul Po e venissino a affrontarli, mandò Benedetto Buondelmonti fiorentino in campo de' Franzesi a trovare il vescovo di Tricarico, oratore appresso il re di Francia per il Papa, e lo confortò a fare composizione in nome del Papa per raffrenare l'impeto de' Franzesi.
| |
Piacenzia Fiorentini Marignano Sedunense Viceré Svizzeri Piacenzia Franzesi Viceré Franzesi Chiesa Italia Francia Franzesi Benedetto Buondelmonti Franzesi Tricarico Francia Papa Papa Franzesi
|