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      El quale, parendoli a proposito, andò essaminando che figlie fussino in Francia conveniente a lui. E si risolvé che madama Magdalena di Bologna fussi più per lui che altra, perché era nobilissima et, alcuni dicevano, di quella casa che fu Gottifredi Bollioni di cui tante cose sono scritte; aveva una sorella maritata al duca d'Albania, primo signore di Scozia et al quale s'apparteneva il Regno, quando quel Re non avessi avuti figli maschi, sì ancora perché aveva buone entrate e non era assueta a molta spesa.
      Scrissene detto oratore a lui e poi, di sua volontà, ne parlò al Re, in modo che il parentado si concluse. Et il Re gli dette, di suo proprio, in dota il ducato di Lavaur di rendita di scudi cinquemila l'anno.
      Concluso il parentado, il Re si contentò che egli venissi in corte e per menare la donna e per tenere a battesimo il suo primogenito in nome del Papa. Dubitava il Pontefice mandarlo e gli era detto da qualcuno che il Re lo riterrebbe in Francia per avere una sicurtà di lui. Nondimeno il Duca, che così si chiamava poi che riebbe lo stato d'Urbino, confidato nelle lettere del sopradetto oratore fiorentino per le quali gli scriveva che andassi liberamente, ch'el partire e lo stare sarebbe a posta sua, andò e fu dal Re onorato eccessivamente.
      Tenne Francesco suo primogenito a battesimo in nome del Papa, menò la moglie, et il Re fece la spesa delle nozze. Fecionsi feste e balli e giostre; et il Duca in ogni cosa monstrò la gentilezza e destrezza sua, e [63v] massime in giostra.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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