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      Nondimeno, se il duca Lorenzo fussi vivuto e messo ad essecuzione il pensiero suo, ordinava uno governo di qualità che arebbe potuto sostenere qualunque impeto di fortuna ancora che gravissimo.
     
     
     
     
      VISACCO DI ROMA
      DIALOGO
     
      Interlocutori: BASILIO et ANTONIO
     
      Basilio: Ben sia venuto il mio Antonio!
      ANTONIO: Ben sia trovato Basilio!
      BASILIO: Io t'arei veduto sempre volentieri, ma molto più ti veggio di presente perché io tenevo per certo che tu fussi morto, perché sono già passati sei mesi che Roma, dove tu eri, andò a sacco e di te mai ho inteso cosa alcuna. E pensavo che tu fussi morto o di ferro, nell'entrare degl'Imperiali in Roma, o poi di peste.
      ANTONIO: Io ho patito tanto, e nella persona e nella roba, che sarebbe suto meglio per me ch'io fussi morto.
      BASILIO: Non voglio dica così perché io non potrei avere cosa più grata che vedere un tale amico vivo e sano. Ma se non se' molto occupato, vorrei parlassimo un poco insieme perché desidero sapere a punto come passò la ruina di Roma et i casi che a te sono accaduti.
      ANTONIO: Se bene io non ho occupazione alcuna e, quando io n'avessi, lascierei per te ogni faccenda, parlo malvolentieri di quello mi ricerchi, sì perché mi rinnuova il dolore, sì perché è di necessità biasimare alcuni e di quelli a' quali per le buone qualità loro porto affezione.
      BASILIO: Deh, Antonio mio, per l'amicizia nostra antica satisfammi di quanto t'ho ricerco! Perché, circa il dolore, n'hai avuto tanto che non lo puoi aver maggiore, e se dannerai qualcuno, non lo farai per odio, ma per dirne il vero : et è ben possibile che uno uomo abbi molte buone parti et in qualche cosa erri.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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