Li altri si missono in rotta et in fuga, chi per entrare in Castello e chi per fuggire per Ponte in Roma.
Il Papa, intesa la vittoria dell'inimici, ebbe fatica a salvarsi in Castello con pochi servitori e qualche cardinale.
L'Imperiali, poiché furono entrati in Borgo, lo missono a sacco, benché vi fu poca preda perché di pochi mesi avanti aveva avuto un repulisti da' Colonnesi e don Ugo. Et ancora che avessino ottenuto per forza il Borgo, avendo perduto il capitano e restando loro a entrare in Transtevere e poi in Roma, non pareva loro avere vinto. E veramente che se fussi stata fatta loro un poco di resistenzia, erano in peggior grado che avanti avessino preso il Borgo, sì per la morte di Borbone, si perché la preda li aveva disordinati; e in Borgo non avevono trovato da vivere per un dì.
Ma i loro capitani, considerando che non era da dar tempo a chi era sbattuto di ripigliare l'animo, in capo di quattro ore, poiché ebbono preso il Borgo, dettono lo assalto alle mura di Transtevere dove, non trovando alcuno defensore, ebbono facilità di romperle e, per la rottura entrati alquanti, aprirono la porta vicina a Ponte Sisto. Restava loro a entrare per li ponti in Roma e questo riuscì sanza alcuna difficultà perché non vi ebbono opposizione.
E non credo che nell'entrare dell'Imperiali in Roma morissino cinquanta uomini combattendo. Ciascuno si stava alle case sua e guardando quelle, pensava li bastassi. E li Romani erono tanto insolenti e bestiali, che si persuadevono, chi per un mezzo e chi per un altro salvarsi, e che lo Imperatore avessi a pigliare Roma e farvi la sua residenzia, e dovere avere quelle medesime commodità, onori et utili che avevono del dominio de' preti.
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