E prego Vostra Signoria mi abbi escusato se con questo mio scritto non ho satisfatto a Quella, perché confesso essere stato sempre poco atto a scrivere sopra e' negozi tanto importanti, e l'età e la dessuetudine me n'ha alienato in tutto. Pure non ho potuto mancare non satisfare a Vostra Signoria di quanto mi ha ricerco; alla Quale del continuo mi raccomando.
II
Non piacendo a Nostro Signore ch'el Duca diventi principe assoluto della città, è necessario che quella si governi co' magistrati, e' quali abbino el nome, ma il Duca sia quello che in fatto governi il tutto. Ma perché gli uomini che saranno ne' magistrati e che hanno el nome, male si contentano se non hanno ancora il fatto, come tutto giorno proviamo per esperienzia, a noi bisogna pensare di levar via quelli magistrati, i quali si tiron drieto più riputazione, e quelli che la sperienzia ha monstro che son causa o, per meglio dire, danno il moto alla mutazione. E questi sono li Signori, perché è magistrato antiquato nella Città, et, a poco a poco, si ha tirato drieto tanta auttorità, che, ancora che non l'abbi dalle leggi, fa quello che vuole sanza averne a rendere conto. E si è visto nel '94, nel '98, nel 1512, nel '27 dua volte, nel '30, che li Signori, o per loro propria voluntà o sforzati, mutano lo stato.
Però io giudicherei che fussi a proposito nostro levare tal magistrato, e li negozi che fanno loro, parte darne alli Otto di Pratica, parte alli Otto di Guardia. Il levare la Signoria fa che loro, quando fussino d'accordo a nuocerci, non lo possono fare; fa, ancora, che non possono essere sforzati a nuocerci, quando fussino di buono animo.
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