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      E fu necessario nel principio un poco allargarlo rispetto a fare gli uomini paganti delle gravezze.
      Ma, se noi pigliassimo un modo, e non si ponessi altra gravezza che la decima, non importerebbe il fare gli uomini paganti: perché la decima io la vorrei vendere all'incanto, comune per comune, o per pieviere o populo, secondo ch'io trovassi, e quello si traessi per detta decima, vorrei rendere alle paghe del Monte, e non altro.
      Et è ora mai questo Monte ridotto in luogo che le povere donne, o altri che ne hanno, parrà loro una bella cosa se si mantiene quello che è fatto quest'anno; e se vedranno assegnamento buono, tanto più ne saranno sicuri. L'albitrio il vorrei avere posto, ma per non lo usare se non in tempo di necessità. E così, avendo ordinato el Monte, avendo ordinata la gravezza e le degnità e gli ufizi, si potrebbe dire che iI nostro stato fussi assai ben fermo.
      E chi considera bene, la dissensione che è stata fra noi, non è stata fra gli nobili e plebei, come è al presente quella di Lucca; ma li tristi, gl'ignoranti e li poveri volevono superare li buoni e prudenti e ricchi. E però questi doverrebbono essaminare a che termine sono stati et a che termine verrebbono, se mala sorte dessi che perdessino; e però doverrebbono stare vigilanti, e non pensare ad altro che a conservare e difendere questo stato quando ne avessi bisogno.
      Molte altre cose sarebbono da scrivere circa a questo, ma si possono molto meglio dire che scrivere. Et il tutto consiste, in fine, che il signor Duca, sendo di tanto buono ingegno quanto è, voglia durar fatica e mettere la fantasia a queste nostre cose perché le leggi non le possono regolare, ma lui bisogna sia quello che le regoli tempo per tempo.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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