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      APPENDICE
     
      I DETTI DI FRANCESCO VETTORINELL'ELEZIONE DEL DUCA COSIMO.
     
      ­ Palla, sono pochi giorni che sete stato ammalato, e perciò confessato di fresco non curate la morte. Io che sento già nelle strade un grande strepito d'arme, et odo gridare Palle, Palle e Cosimo, Cosimo, non voglio perdere la vita in tanti peccati in quanti mi trovo. Però spacciatevi Guicciardino e fate oramai leggere la provvisione di questa riforma.
     
      A MESSER FRANCESCO GUICCIARDINI QUANDO FECEQUELLE RIFORME E STRETTEZZE AL DUCA COSIMO NELL'ELEZIONE.
     
      ­ Francesco, mi maraviglio ora bene di voi che siete stato tenuto prudente a considerare tante minuzie nel fare questo Principe perché se li date la guardia, l'armi e le fortezze in mano, a che fine metter poi che e' non possa trapassare oltre a un determinato segno? Io quanto a me desidero che Cosimo sia un buon principe e l'eleggo ancora con l'animo di servirli quando e' fussi cattivo e non osservare cosa alcuna che sia scritta costi.
     
      A BACCIO VALORI IN FIRENZE NEL I536.
     
      ­ Come intendete voi questo Gonfaloniere e questo governo che voi desiderate fare?
      Risposta del Valori :
      ­ Non c'importa pur che sia libero.
      Replica del Vettori:
      ­ Se voi intendete di dar la guardia allo stato, e' non sarà libero; se lo costituirete senza guardia, chi terrà il Popolo non vi cacci fuora con i sassi e disonoratamente non vi faccia fuggire?
     
      CARDINAL RIDOLFI AL VETTORI.
     
      ­ Adunque dee farsi, Francesco, un'opera scelleratissima e constituire un tiranno della Patria acciocché in modo alcuno non si possa pensare al bene universale di questa città?


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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