In Firenze si deliberò di mandare a Pisa duoi commessari che attendessero alle cose di questi che congregavano il Concilio, l'uno dei quali fu Francesco, l'altro Neri di Gino Capponi.
Io truovo che in questi tempi fu eletto Francesco la seconda volta imbasciadore a Massimiliano, ma che poco dopo si risolvé che non fussi bisogno mandarvelo. Non so già, né ho trovato scritto, quali negozi movessero i Signori a ordinare questa legazione, però, come io risolvo che l'elezione fussi fatta, così mi astengo di conietturare la causa lasciandone dare la resoluzione a persone più pratiche.
Ottenuto che ebbero i Medici, nella Dieta fatta a Mantova, che l'arme del Viceré e de' collegati si voltassero verso Firenze per mutare quel governo e ridurlo in mano de' Medici, si fecero in Firenze, con quella prestezza che si potette, i ripari che comportava la brevità del tempo, causata dalla prestezza del Viceré. E, fra gli altri, fu quello che si deliberò di condurre nella città molti soldati per fare quivi lo sforzo, acciò che non vi seguissi alterazione o tumulto. E di questi soldati fu fatto commissario generale, con alcuni altri cittadini, Francesco. Nel qual tempo, seguita l'alterazione che si è raccontata parlando di Pagolo, Francesco prese subito partito di uscirsi della città, giudicando che non poteva esser contro al fratello senza manifesto pericolo (il quale anche non arebbe potuto profittare), et avendo fatta ferma resoluzione di non voler esser contro al Gonfaloniere. Ma fu ritirato da questo partito, fatto chiamare dal Gonfaloniere come si è detto.
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