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      La causa che fece risolver Francesco a non la riscuotere fu che, nelle dissensioni che nacquero poi fra il re di Francia e la città rispetto a' Medici, Francesco, seguitando la loro fazione, si dichiarò apertamente imperiale. E però, sì per non dare sospetto alla sua parte sì anche, e questa fu la vera cagione, perché non gli pareva cosa conveniente a persona nobile pigliar provvisione da quello del quale egli seguitava la fazione avversa, si risolvé di non la far più riscuotere. Il che fatto sapere al Re, Sua Maestà dette ordine a un suo gentiluomo, che nella mutazione del governo di Firenze, nel 1527, fu subito mandato qua, che facessi chiamare a sé Francesco con dirgli che il Re aveva saputo ch'egli non godeva più la sua liberalità; e però, qual si fussi stata la cagione di questa sua mutazione, egli gli faceva sapere che la volontà del suo Signore era che quelli, i quali per la virtù loro erano stati premiati da lui, godessero insino all'ultimo il suo premio; e però ch'egli seguitassi di mandare ogn'anno per la sua provvisione et allora riscotessi tutte l'annate insino a quel tempo decorse senza pigliarla. Ma per questo Francesco non si mutò del suo proponimento e da quegli che giudicavano le cose senza passione di miseria fu sommamente lodato.
      Per la morte che seguì di Lorenzo de' Medici, Leone deliberò di restituire alla Sedia Appostolica il ducato d'Urbino e dette a' Fiorentini, per pagamento dei denari ch'eglino avevano spesi per lui in quella guerra, de' quali erano creditori in Camera, la fortezza di San Leo con tutto il Montefeltro e il Pivier di Sestino.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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