E chi considererà la cosa destramente, vedrà che Lorenzo con ragione non se ne poteva sdegnare, come l'evento dimostrò.
E quello che più d'ogni altra cosa è da stimare, egli lasciò un breve et eletto Sommario delli successi d'Italia, dal fine dell'anno 1511 insino al principio del 1527, che così chiama egli in una sua lettera questa sua istoria. Questa opera è molto bella e ripiena di molta gravità, e in essa sono concetti e discorsi molto rari, e le cagioni delle cose vi sono ritrovate assai prudentemente, sì che chiunque si metterà a leggerla, sarà a pieno accertato dell'intelletto e giudizio di quest'uomo e si dorrà gravemente della disgrazia che hanno avuta il nostro et i futuri secoli, poiché Francesco, occupato sempre in operare, non ebbe tempo di condurre a fine un'opera che arebbe molto illuminato chi, di tempo in tempo, avessi, per imparare e potersi esercitare, voluto leggerla.
Scrisse anche Francesco le cose fatte da Piero, suo padre, assai gentilmente e modestamente e più per dar lume de' fatti di quel grand'uomo da bene a chi volessi pigliar la cura di distendere con ogni perfezione la sua vita, che perché gli paressi conveniente che un figlio scriva la vita del padre; perciò che egli se ne scusa e prega i lettori a non l'attribuire ad arroganza.
Delle molte azioni degne di esser considerate dei duoi fratelli sopranominati, ho potute raccorre, in queste tre feste, queste poche; e ve le mando scritte, più per mostrarvi che ho avuto desiderio di compiacervi, che perché mi paia averne raccolte tante di sì gran numero, che mi soddisfaccia e, conseguentemente, giudichi di aver con questo poco potuto soddisfare a voi.
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