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      Di che il padre, ingombro dalla volgar fama e grande del lettor Verde, forte maravigliossi: ma, perché egli era assai discreto, volle in ciò compiacere al figliuolo, ed al Nicolò Maria gliele domandò, al quale il padre - mentre il figliuolo il richiedeva del Vulteio, che era di assai difficile incetta in Napoli, - siccome quello che era libraio, si ricordò avergliene tempo indietro dato uno. Il Nicolò Maria volendo sapere dal figliuolo medesimo la cagione della richiesta, questi dicendogliela - che sulle lezioni del Verde esso non faceva altro che esercitar la memoria, e l'intelletto penava di starvi a spasso, - al buon uomo e savio di tai cose piacque tanto il giudizio o più tosto senso dritto non punto giovanile del giovanetto, che, facendo perciò al padre certo presagio della buona riuscita del figliuolo, non che imprestò, donògli non solo il Vulteio, ma anche l'Instituzioni canoniche di Errigo Canisio, perché questi a esso Nicolò Maria sembrava il migliore che l'avesse scritte tra' canonisti. E sì il ben detto dell'Aquadies e 'l ben fatto di Nicolò Maria avviarono il Vico per le buone strade dell'una e dell'altra ragione.
      Or, nel rincontrare particolarmente i luoghi della civile, egli sentiva un sommo piacere in due cose: una in riflettere nelle somme delle leggi dagli acuti interpetri astratti in massime generali di giusto i particolari motivi dell'equità ch'avevano i giureconsulti e gl'imperadori avvertiti per la giustizia delle cause: la qual cosa l'affezionò agl'interpetri antichi che poi avvertì e giudicò essere i filosofi dell'equità naturale; l'altra in osservare con quanta diligenza i giureconsulti medesimi esaminavano le parole delle leggi, de' decreti del senato e degli editti de' pretori che interpetrano: la qual cosa il conciliò agl'interpetri eruditi, che poi avvertì ed estimò essere puri storici del dritto civile romano.


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Vita di Giovambattista Vico scritta da se medesimo
di Giambattista Vico
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