ar differenza di latine propietà: «anima vivimus, animo sentimus»; talché l'anima, o l'aria, insinuata nel sangue sia nell'uomo principio della vita, l'etere insinuato ne' nervi sia principio del senso; ed a quella proporzione che l'etere è più attivo dell'aria, così gli spiriti animali sieno più mobili e presti che i vitali; e come sopra l'anima opera l'animo, così sopra l'animo operi quella che da' latini si dice «mens», che tanto vale quanto «pensiero», onde restò a' latini detta «mens animi», e che 'l pensiero o mente sia agli uomini mandato da Giove, che è la mente dell'etere. Ché se egli fosse così, il principio operante di tutte le cose in natura dovrebbero essere corpicelli di figura piramidali; e certamente l'etere unito è fuoco. E su tali princìpi un giorno, in casa del signor don Lucio di Sangro, il Vico ne tenne ragionamento col signor Doria: che forse quello che i fisici ammirano strani effetti nella calamita, eglino non si riflettono che sono assai volgari nel fuoco; de' fenomeni della calamita tre essere i più meravigliosi, l'attrazione del ferro, la comunicazione al ferro della virtù magnetica e l'addrizzamento al polo; e niuna cosa essere più volgare che 'l fomento in proporzionata distanza concepisce il foco e, in arruotarsi, la fiamma, che ci comunica il lume, e che la fiamma s'addrizza al vertice del suo cielo: tanto che, se la calamita fosse rada come la fiamma e la fiamma spessa come la calamita, questa non si addrizzarebbe al polo ma al suo zenit, e la fiamma si addrizzarebbe al polo, non al suo vertice: che sarebbe se la calamita per ciò si addrizzi al polo perché quella sia la più alta parte del cielo verso cui ella possa sforzarsi?
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