Tra questi studi severi non mancarono al Vico delle occasioni di esercitarsi anco negli ameni; come, venuto in Napoli il re Filippo quinto, ebbe egli ordine dal signor duca d'Ascalona, ch'allora governava il Regno di Napoli, portatogli dal signor Serafino Biscardi, innanzi sublime avvocato, allora regente di cancellaria, ch'esso, come regio lettore d'eloquenza, scrivesse una orazione nella venuta del re; e l'ebbe appena otto giorni avanti di dipartirsi, talché dovettela scrivere sulle stampe, che va in dodicesimo col titolo: Panegyricus Philippo V Hispaniarum regi inscriptus.
Appresso, ricevutosi questo Reame al dominio austriaco, dal signor conte Wirrigo di Daun, allora governatore dell'armi cesaree in questo Regno, con questa onorevolissima lettera ebbe il seguente ordine:
«Molto magnifico signor Giovan Battista di Vico, catedratico ne' reali Studi di Napoli. - Avendomi ordinato S.M. cattolica (Dio guardi) di far celebrare i funerali alli signori don Giuseppe Capece e don Carlo di Sangro con pompa proporzionata alla sua reale magnificenza ed al sommo valore de' cavalieri defonti, si è commesso al padre don Benedetto Laudati, priore benedettino, che vi componesse l'orazione funebre, e dovendosi fare gli altri componimenti per le iscrizioni, persuaso dello stile pregiato di Vostra Signoria, ho pensato di commettere al suo approvato ingegno tale materia, assicurandola che, oltre l'onore sarà per conseguire in sì degna opera, mi resterà viva la memoria delle sue nobili fatiche. E desiderando d'essergli utile in qualche suo vantaggio, gli auguro dal cielo tutto il bene.
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