Con tal lettera egli lo invitava alla ristampa di cotal libro in Venezia nel seguente tenore:
«Qui in Venezia con indicibil applauso corre per le mani de' valentuomini il di lei profondissimo libro de' Princìpi di una Scienza nuova d'intorno alla natura delle nazioni, e più che 'l van leggendo, più entrano in ammirazione e stima della vostra mente che l'ha composto. Con le lodi e col discorso andandosi sempre più diffondendo la fama, viene più ricercato, e, non trovandosene per città, se ne fa venire da Napoli qualch'esemplare; ma, riuscendo ciò troppo incomodo per la lontananza, son entrati in deliberazione alcuni di farla ristampar in Venezia. Concorrendo ancor io con tal parere, mi è parso proprio di prenderne innanzi lingua da Vostra Signoria, che è l'autore, prima per sapere se questo le fosse a grado, poi per veder ancora se avesse alcuna cosa da aggiungere o da mutare, e se compiacer si volesse benignamente comunicarmelo.»
Avvalorò il padre cotal sua richiesta con altra acclusa alla sua del signor abate Antonio Conti nobile veneto, gran metafisico e mattematico, ricco di riposta erudizione e per gli viaggi letterari salito in alta stima di letteratura appo il Newton, il Leibnizio ed altri primi dotti della nostra età, e per la sua tragedia del Cesare famoso nell'Italia, nella Francia, nell'Inghilterra. Il quale, con cortesia eguale a cotanta nobiltà, dottrina ed erudizione, in data degli 3 di gennaio 1728 così gli scrisse:
«Non poteva Vostra Signoria illustrissima ritrovare un corrispondente più versato in ogni genere di studi e più autorevole co' librari di quel che sia il reverendissimo padre Lodoli, che le offre di far stampare il libro dei Princìpi di una Scienza nuova.
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