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      Bene agite plurimum. Dabam Neapoli, XIV kal. novembris anno MDCCXXIX.»
     
      La qual lettera, quantunque, come si vede, fusse condotta con tutta onorevolezza, però, riflettendo che pur così avrebbe come di faccia a faccia ripreso que' letterati di grandi mancanze nel lor ufizio, e che essi, i quali attendono a far incetta de' libri ch'escono nell'Europa tuttodì dalle stampe, devono sapere principalmente quelli che lor appartengono, per propia gentilezza si ristò di mandare.
      Or, per ritornare onde uscì tal ragionamento, dovendo il Vico risponder a' signori giornalisti lipsiani, perché nella risposta gli bisognava far menzione della ristampa che si promoveva di tal suo libro in Venezia, ne scrisse al padre Lodoli per averne il permesso (com'infatti nel riportò); onde nella sua risposta di nuovo con le stampe si pubblicò che i Princìpi della Scienza nuova con le annotazioni di esso autore erano ristampati in Venezia.
      E quivi stampatori veneziani sotto maschere di letterati, per lo Gessari e 'l Mosca, l'uno libraio, l'altro stampatore napoletani, gli avevano fatto richiedere di tutte l'opere sue, e stampate e inedite, descritte in cotal catalogo, di che volevan adornare i loro musei, com'essi dicevano, ma in fatti per istamparle in un corpo, con la speranza che la Scienza nuova l'arebbe dato facile smaltimento. A' quali per far loro vedere che gli conosceva quali essi erano, il Vico fece intendere che di tutte le deboli opere del suo affannato ingegno arebbe voluto che sola fusse restata al mondo la Scienza nuova, ch'essi potevano sapere che si ristampava in Venezia.


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Vita di Giovambattista Vico scritta da se medesimo
di Giambattista Vico
pagine 92

   





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