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      L'aratro appoggia con certa maestà il manico in faccia all'altare, per darci ad intendere che le terre arate furono i primi altari della gentilità; e per dinotar altresì la superiorità di natura la quale credevano avere gli eroi sopra i loro soci (i quali, quindi a poco, vedremo significarsici dal timone, che si vede in atto d'inchinarsi presso al zoccolo dell'altare); nella qual superiorità di natura si mostrerà ch'essi eroi riponevano la ragione, la scienza e quindi l'amministrazione ch'essi avevano delle cose divine, o sia de' divini auspìci.
      L'aratro scuopre la sola punta del dente e ne nasconde la curvatura (che, prima d'intendersi l'uso del ferro, dovett'esser un legno curvo ben duro, che potesse fender le terre ed ararle) - la qual curvatura da' latini fu detta «urbs», ond'è l'antico «urbum», «curvo» - per significare che le prime città, le quali tutte si fondarono in campi colti, sursero con lo stare le famiglie lunga età ben ritirate e nascoste tra' sagri orrori de' boschi religiosi, i quali si truovano appo tutte le nazioni gentili antiche e, con l'idea comune a tutte, si dissero dalle genti latine «luci», ch'erano «terre bruciate dentro il chiuso de' boschi», i quali sono condennati da Mosè a doversi bruciar anch'essi ovunque il popolo di Dio stendesse le sue conquiste. E ciò per consiglio della provvedenza divina, acciocché gli già venuti all'umanità non si confondessero di nuovo co' vagabondi, rimasti nella nefaria comunione sì delle cose sì delle donne.
      Si vede al lato destro del medesimo altare un timone, il qual significa l'origine della trasmigrazione de' popoli fatta per mezzo della navigazione.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





Mosè Dio