La spada che s'appoggia al fascio dinota che 'l diritto eroico fu diritto della forza, ma prevenuta dalla religione, la qual sola può tener in ufizio la forza e l'armi ove non ancora si sono ritruovate (o, ritruovate, non hanno più luogo) le leggi giudiziarie; il qual diritto è quell'appunto d'Achille, ch'è l'eroe cantato da Omero a' popoli della Grecia in esemplo dell'eroica virtù, il qual riponeva tutta la ragione nell'armi. E qui si scuopre l'origine de' duelli; i quali, come certamente si celebrarono ne' tempi barbari ultimi, così egli si truova essersi praticati ne' tempi barbari primi, ne' quali non erano ancor i potenti addimesticati di vendicare tra loro le offese e i torti con le leggi giudiziarie, e si esercitavano con certi giudizi divini, ne' quali protestavano Dio testimone e si richiamavano a Dio giudice dell'offesa, e dalla fortuna, qual fusse mai, dell'abbattimento ne ossequiavano con tanta riverenza la dicisione che, se essa parte oltraggiata vi cadesse mai vinta, riputavasi rea. Alto consiglio della provvedenza divina, acciocché, in tempi barbari e fieri ne' quali non s'intendeva ragione, la stimassero dall'avere propizio o contrario Dio, onde da tali guerre private non si seminassero guerre ch'andassero a spegnere finalmente il gener umano; il quale natural senso barbaro non può in altro rifondersi che nel concetto innato c'hanno gli uomini di essa provvedenza divina, con la quale si devono conformare, ove vedano opprimersi i buoni e prosperarsi gli scellerati.
| |
Achille Omero Grecia Dio Dio Dio
|