), e divise tutti i tempi del mondo in tre, cioè: tempo oscuro, ch'è l'età degli dèi; quindi tempo favoloso, ch'è l'età degli eroi; e finalmente tempo istorico, ch'è l'età degli uomini che dicevano gli egizi.
Oltracciò, l'antichità degli egizi gioveracci con due boriose memorie, di quella boria delle nazioni, le quali osserva Diodoro sicolo che, o barbare o umane si fussero, ciascheduna si è tenuta la più antica di tutte e serbare le sue memorie fin dal principio del mondo; lo che vedremo essere stato privilegio de' soli ebrei. Delle quali due boriose memorie una osservammo esser quella che 'l loro Giove Ammone era il più vecchio di tutti gli altri del mondo, l'altra che tutti gli altri Ercoli dell'altre nazioni avevano preso il nome dal loro Ercole egizio: cioè ch'appo tutte prima corse l'età degli dèi, re de' quali appo tutte fu creduto esser Giove; e poscia l'età degli eroi, che si tenevano esser figliuoli degli dèi, il massimo de' quali fu creduto esser Ercole.
II
[Ebrei ]
S'innalza la prima colonna agli ebrei, i quali, per gravissime autorità di Flavio Giuseppe ebreo e di Lattanzio Firmiano ch'appresso s'arrecheranno, vissero sconosciuti a tutte le nazioni gentili. E pur essi contavano giusta la ragione de' tempi corsi del mondo, oggi dagli più severi critici ricevuta per vera, secondo il calcolo di Filone giudeo; la qual se varia da quel d'Eusebio, il divario non è che di mille e cinquecento anni, ch'è brievissimo spazio di tempo a petto di quanto l'alterarono i caldei, gli sciti, gli egizi e, fin al dì d'oggi, i chinesi.
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