Laonde incominciamo a ragionare del diritto, che prima nacque divino, con la propietà con cui ne parlò la divinazione o sia scienza degli auspìci di Giove, che furono le cose divine con le quali le genti regolavano tutte le cose umane, ch'entrambe compiono alla giurisprudenza il di lei adeguato subbietto. E sì incominciamo a ragionare del diritto naturale dall'idea di essa provvedenza divina, con la quale nacque congenita l'idea di diritto; il quale, come dianzi se n'è meditata la guisa, si cominciò naturalmente ad osservare da' principi delle genti propiamente dette e della spezie più antica, le quali si appellarono «genti maggiori», delle quali Giove fu il primo dio.
VII
Il settimo ed ultimo de' principali aspetti c'ha questa Scienza è di princìpi della storia universale. La quale da questo primo momento di tutte le cose umane della gentilità incomincia con la prima età del mondo che dicevano gli egizi scorsa loro dinanzi, che fu l'età degli dèi: nella quale comincia il Cielo a regnar in terra e far agli uomini de' grandi benefizi, come si ha nelle Degnità; comincia l'età dell'oro de' greci, nella quale gli dèi praticavano in terra con gli uomini, come qui abbiamo veduto aver incominciato a fare Giove. Così i greci poeti da questa tal prima età del mondo ci hanno nelle loro favole fedelmente narrato l'universale diluvio e i giganti essere stati in natura, e sì ci hanno con verità narrato i princìpi della storia universale profana. Ma, non potendo poscia i vegnenti entrare nelle fantasie de' primi uomini che fondarono il gentilesimo, per le quali sembrava loro di vedere gli dèi; - e non intesasi la propietà di tal voce «atterrare», ch'era «mandar sotterra»; - e perché i giganti, i quali vivevano nascosti nelle grotte sotto de' monti, per le tradizioni appresso di genti sommamente credule furono alterati all'eccesso ed appresi ch'imponessero Olimpo, Pelio ed Ossa, gli uni sopra degli altri, per cacciare gli dèi (che i primi giganti empi non già combatterono, ma non avevano appreso finché Giove non fulminasse) dal cielo, innalzato appresso dalle menti greche vieppiù spiegate ad una sformata altezza, il quale a' primi giganti fu la cima de' monti, come appresso dimostreremo (la qual favola dovette fingersi dopo Omero e da altri esser stata nell'Odissea appiccata ad Omero, al cui tempo bastava che crollasse l'Olimpo solo per farne cadere gli dèi, che Omero nell'Iliade sempre narra allogati sulla cima del monte Olimpo): - per tutte queste cagioni ha finora mancato il principio e, per avere finor mancato la cronologia ragionata della storia poetica, ha mancato ancora la perpetuità della storia universale profana.
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