Pagina (161/534)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
      IILOGICA POETICA.
     
     
      1.
     
      DELLA LOGICA POETICA
     
      Or - perché quella ch'è metafisica in quanto contempla le cose per tutti i generi dell'essere, la stessa è logica in quanto considera le cose per tutti i generi di significarle - siccome la poesia è stata sopra da noi considerata per una metafisica poetica, per la quale i poeti teologi immaginarono i corpi essere per lo più divine sostanze, così la stessa poesia or si considera come logica poetica, per la qual le significa.
      «Logica» vien detta dalla voce lógos, che prima e propiamente significò «favola», che si trasportò in italiano «favella» - e la favola da' greci si disse anco mûthos, onde vien a' latini «mutus», - la quale ne' tempi mutoli nacque mentale, che in un luogo d'oro dice Strabone essere stata innanzi della vocale o sia dell'articolata: onde lógos significa e «idea» e «parola». E convenevolmente fu così dalla divina provvedenza ordinato in tali tempi religiosi, per quella eterna propietà: ch'alle religioni più importa meditarsi che favellarne; onde tal prima lingua ne' primi tempi mutoli delle nazioni, come si è detto nelle Degnità, dovette cominciare con cenni o atti o corpi ch'avessero naturali rapporti all'idee: per lo che lógos o «verbum» significò anche «fatto» agli ebrei, ed a' greci significò anche «cosa», come osserva Tommaso Gatachero, De instrumenti stylo. E pur mûthos ci giunse diffinita «vera narratio», o sia «parlar vero», che fu il «parlar naturale» che Platone prima e dappoi Giamblico dissero essersi parlato una volta nel mondo; i quali, come vedemmo nelle Degnità, perché 'l dissero indovinando, avvenne che Platone e spese vana fatiga d'andarlo truovando nel Cratilo, e ne fu attaccato da Aristotile e da Galeno: perché cotal primo parlare, che fu de' poeti teologi, non fu un parlare secondo la natura di esse cose (quale dovett'esser la lingua santa ritruovata da Adamo, a cui Iddio concedette la divina onomathesia ovvero imposizione de' nomi alle cose secondo la natura di ciascheduna), ma fu un parlare fantastico per sostanze animate, la maggior parte immaginate divine.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





Strabone Degnità Tommaso Gatachero Platone Giamblico Degnità Platone Cratilo Aristotile Galeno Adamo Iddio