E si convince da ciò che i barbari ritornati dissero «presas terrarum» i campi co' loro termini; gli spagnuoli chiamano «prendas» l'imprese forti; gl'italiani appellano «imprese» l'armi gentilizie, e dicono «termini» in significazion di «parole» (che restò in dialettica scolastica), e l'armi gentilizie chiamano altresì «insegne», onde agli stessi viene il verbo «insegnare»: come Omero, al cui tempo non si erano ancor truovate le lettere dette «volgari», la lettera di Preto ad Euria contro Bellerofonte dice essere stata scritta «per sémata», «per segni».
Con queste cose tutte facciano il cumolo queste ultime tre incontrastate verità: la prima, che, dimostrato le prime nazioni gentili tutte essere state mutole ne' loro incominciamenti, dovettero spiegarsi per atti o corpi che avessero naturali rapporti alle loro idee; la seconda, che con segni dovettero assicurarsi de' confini de' lor poderi ed avere perpetue testimonianze de' lor diritti; la terza, che tutte si sono truovate usare monete. Tutte queste verità ne daranno qui le origini delle lingue e delle lettere e, quivi dentro, quelle de' geroglifici, delle leggi, de' nomi, dell'imprese gentilizie, delle medaglie, delle monete e della lingua e scrittura con la quale parlò e scrisse il primo diritto natural delle genti.
E per istabilire di tutto ciò più fermamente i princìpi, è qui da convellersi quella falsa oppenione ch'i geroglifici furono ritruovati di filosofi per nascondervi dentro i misteri d'alta sapienza riposta, come han creduto degli egizi.
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