Ma in ciò si può avvertire la goffaggine di tai giganti, qual i viaggiatori narrano de los patacones: della quale vi ha un bel vestigio in latinità, lasciatoci nell'antiche voci «pipulum» e «pipare» nel significato di «querela» e di «querelarsi», che dovette venire dall'interiezione di lamento «pi, pi»; nel qual sentimento vogliono che «pipulum» appresso Plauto sia lo stesso che «obvagulatio» delle XII Tavole, la qual voce deve venir da «vagire», ch'è propio il piagnere de' fanciulli. Talché è necessario dall'interiezione di spavento esser nata a' greci la voce paián, incominciata da pái; di che vi ha appo essi un'aurea tradizione antichissima: ch'i greci, spaventati dal gran serpente detto Pitone, invocarono in loro soccorso Apollo con quelle voci: iò paiáv che prima tre volte batterono tarde, essendo illanguiditi dallo spavento, e poi, per lo giubilo perch'avevalo Apollo ucciso, gli acclamarono altrettante volte battendole preste, col dividere l'omega in due omicron, e 'l dittongo ai in due sillabe. Onde nacque naturalmente il verso eroico prima spondaico e poi divenne dattilico, e ne restò quell'eterna propietà ch'egli in tutte l'altre sedi cede il luogo al dattilo, fuorché nell'ultima; e naturalmente nacque il canto, misurato dal verso eroico, agl'impeti di passioni violentissime, siccome tuttavia osserviamo nelle grandi passioni gli uomini dar nel canto e, sopra tutti, i sommamente afflitti ed allegri, come si è detto nelle Degnità. Lo che qui detto quindi a poco recherà molto uso ove ragioneremo dell'origini del canto e de' versi.
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Plauto XII Tavole Pitone Apollo Apollo Degnità
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