S'innoltrarono a formar i pronomi, imperocché l'interiezioni sfogano le passioni propie, lo che si fa anco da soli, ma i pronomi servono per comunicare le nostre idee con altrui d'intorno a quelle cose che co' nomi propi o noi non sappiamo appellare o altri non sappia intendere. E i pronomi, pur quasi tutti, in tutte le lingue la maggior parte son monosillabi; il primo de' quali, o almeno tra' primi, dovett'esser quello di che n'è rimasto quel luogo d'oro d'Ennio:
Aspice hoc sublime cadens, quem omnes invocant Iovem,
ov'è detto «hoc» invece di «coelum», e ne restò in volgar latino
Luciscit hoc iam
invece di «albescit coelum». E gli articoli dalla lor nascita hanno questa eterna propietà: d'andare innanzi a' nomi a' quali son attaccati.
Dopo si formarono le particelle, delle quali sono gran parte le preposizioni, che pure quasi in tutte le lingue son monosillabe; che conservano col nome questa eterna propietà: di andar innanzi a' nomi che le domandano ed a' verbi co' quali vanno a comporsi.
Tratto tratto s'andarono formando i nomi; de' quali nell'Origini della lingua latina, ritruovate in quest'opera la prima volta stampata, si novera una gran quantità nati dentro del Lazio, dalla vita d'essi latini selvaggia, per la contadinesca, infin alla prima civile, formati tutti monosillabi, che non han nulla d'origini forestiere, nemmeno greche, a riserba di quattro voci: bûs, sûs, mûs, séps, ch'a' latini significa «siepe» e a' greci «serpe». Il qual luogo è l'altro degli tre che stimiamo esser compiuti in quel libro, perch'egli può dar l'esemplo a' dotti dell'altre lingue di doverne indagare l'origini con grandissimo frutto della repubblica letteraria; come certamente la lingua tedesca, ch'è lingua madre (perocché non vi entrarono mai a comandare nazioni straniere), ha monosillabe tutte le sue radici.
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Ennio Iovem Origini Lazio
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