La qual riflessione certamente dee scemarci l'orrore che 'n questa nostra mansuetudine ci si è fatto finor sentire di Bruto, che decapita due suoi figliuoli ch'avevano congiurato di riporre nel regno romano il tiranno Tarquinio, e di Manlio detto «l'imperioso», che mozza la testa al suo generoso figliuolo ch'aveva combattuto e vinto contro il suo ordine. Tali sagrifizi di vittime umane essere stati celebrati da' galli l'afferma Cesare; e Tacito negli Annali narra degl'inghilesi che, con la scienza divina de' druidi (i quali la boria de' dotti vuol esser stati ricchi di sapienza riposta), dall'entragne delle vittime umane indovinavano l'avvenire: la qual fiera ed immane religione da Augusto fu proibita ai romani i quali vivevano in Francia, e da Claudio fu interdetta a' galli medesimi, al narrare di Suetonio nella vita di questo cesare. Quindi i dotti delle lingue orientali vogliono ch'i fenici avessero sparso per le restanti parti del mondo i sagrifizi di Moloch (che 'l Morneo, il Drusio, il Seldeno dicono essere stato Saturno), co' quali gli bruciavano un uomo vivo. Tal umanità i fenici, che portarono ai greci le lettere, andavano insegnando per le prime nazioni della più barbara gentilità! D'un cui simile costume immanissimo dicono ch'Ercole avesse purgato il Lazio: di gittare nel Tevere uomini vivi sagrificati ed avesse introdotto di gittarlivi fatti di giungo. Ma Tacito narra i sagrifizi di vittime umane essere stati solenni appo gli antichi germani, i quali certamente per tutti i tempi de' quali si ha memoria furono chiusi a tutte le nazioni straniere, talché i romani, con tutte le forze del mondo, non vi poterono penetrare.
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