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      Da sì fatta origine dee esser venuto detto «filius», il quale, distinto col nome o casato del padre, significò «nobile»; appunto come il patrizio romano udimmo sopra diffinito «qui potest nomine ciere patrem»: il qual «nome» de' romani vedemmo sopra esser a livello il patronimico, il quale sì spesso usarono i primi greci, onde da Omero si dicono «filii Achivorum» gli eroi, siccome nella sagra storia «filii Isræl» sono significati i nobili del popolo ebreo. Talché è necessario che, se le tribù dapprima furono de' nobili, dapprima di soli nobili si composero le città, come appresso dimostreremo.
      Così con essi sepolcri de' loro seppelliti i giganti dimostravano la signoria delle loro terre; lo che restò in ragion romana di seppellire il morto in un luogo propio, per farlo religioso. E dicevano con verità quelle frasi eroiche: «noi siamo figliuoli di questa terra», «siamo nati da queste roveri»; come i capi delle famiglie da' latini si dissero «stirpes» e «stipites», e la discendenza di ciascheduno fu chiamata «propago»; ed esse famiglie dagl'italiani furon appellate «legnaggi»; e le nobilissime case d'Europa e quasi tutte le sovrane prendono i cognomi dalle terre da esse signoreggiate. Onde, tanto in greco quanto in latino, egualmente, «figliuol della Terra» significò lo stesso che «nobile»: ed a' latini «ingenui» significano «nobili», quasi «indegeniti» e più speditamente «ingeniti»; come certamente «indigenæ» restaron a significare i natii d'una terra, e «dii indigetes» si dissero i dèi natii, che debbon essere stati i nobili dell'eroiche città, che si appellarono «dèi», come sopra si è detto, de' quali dèi fu gran madre la Terra.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





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