Appresso, spiegando più l'idea di tal pregio e carezza, dovettero dire «d'oro» le belle lane; onde appo Omero si lamenta Atreo che Tieste gli abbia le pecore d'oro rubato; e gli argonauti rubarono il vello d'oro da Ponto. Perciò lo stesso Omero appella i suoi re o eroi col perpetuo aggiunto di polúmelos, ch'interpetrano «ricchi di greggi»; siccome dagli antichi latini, con tal uniformità d'idee, il patrimonio si disse «pecunia», ch'i latini gramatici vogliono esser detta a «pecude», come appo i germani antichi, al narrare di Tacito, i greggi e gli armenti «solæ et gratissimæ opes sunt»: il qual costume deve esser lo stesso degli antichi romani, da' quali il patrimonio si diceva «pecunia», come l'attesta la lettera delle XII Tavole, al capo De' testamenti. E mélon significa e «pomo» e «pecora» ai greci, i quali, forse anche con l'aspetto di pregevole frutto, dissero méli il mèle; e gl'italiani dicono «meli» esse poma.
Talché queste del frumento devon essere state le poma d'oro, le quali prima di tutt'altri Ercole riporta ovvero raccoglie da Esperia; e l'Ercole gallico con le catene di quest'oro, le quali gli escon di bocca, incatena gli uomini per gli orecchi, come appresso si truoverà esser un'istoria d'intorno alla coltivazione de' campi. Quindi Ercole restò nume propizio a ritruovare tesori, de' quali era dio Dite, ch'è 'l medesimo che Plutone, il quale rapisce nell'inferno Proserpina, che truoverassi la stessa che Cerere (cioè il frumento), e la porta nell'Inferno narratoci da' poeti, appo i quali il primo fu dov'era Stige, il secondo dov'erano i seppelliti, il terzo il profondo de' solchi, come a suo luogo si mostrerà. Dal qual dio Dite son detti «dites» i ricchi; e i ricchi eran i nobili, ch'appo gli spagnuoli si dicono «ricos hombres», ed appo i nostri anticamente si dissero «benestanti»; ed appo i latini si disse «ditio» quella che noi diciamo «signoria d'uno Stato», perché i campi colti fanno la vera ricchezza agli Stati, onde da' medesimi latini si disse «ager» il distretto d'una signoria, ed «ager», propiamente, è la terra che «aratro agitur». Così dev'esser vero che 'l Nilo fu detto chrusorróas, «scorrente oro», perché allaga i larghi campi d'Egitto, dalle cui innondazioni vi proviene la grande abbondanza delle raccolte: così «fiumi d'oro» detti il Pattolo, il Gange, l'Idaspe, il Tago, perché fecondano le campagne di biade.
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