I secondi non vennero a questa seconda, ch'ebbe, per una certa eccellenza, il nome di «società», come quindi a poco farem conoscere, che per l'ultime necessità della vita. Ov'è degno pur di riflessione che, perché i primi vennero all'umana società spinti dalla religione e da natural istinto di propagare la generazione degli uomini (l'una pia, l'altra propiamente detta gentil cagione), diedero principio ad un'amicizia nobile e signorile; e perché i secondi vi vennero per necessità di salvare la vita, diedero principio alla «società» che propiamente si dice, per comunicare principalmente l'utilità, e, 'n conseguenza, vile e servile. Perciò tali rifuggiti furono dagli eroi ricevuti con la giusta legge di protezione, onde sostentassero la naturale lor vita con l'obbligo di servir essi da giornalieri agli eroi. Qui dalla «fama» di essi eroi (che principalmente s'acquista con praticar le due parti che testé dicemmo usare l'eroismo della virtù) e da tal mondano romore, ch'è la kléos o «gloria» de' greci, che vien detta «fama» a' latini (come phéme pur si dice da' greci), i rifuggiti s'appellarono «famoli», da' quali principalmente si dissero le «famiglie». Dalla qual fama certamente la sagra storia, narrando de' giganti che furon innanzi il diluvio, gli diffinisce «viros famosos»: appunto come Virgilio ne descrisse la Fama starsi assisa sopra di un'alta torre (che sono le terre poste in alto de' forti), che mette il capo entro il cielo (la cui altezza cominciò dalle cime de' monti), alata (perch'era in ragion degli eroi; onde nel campo posto a Troia la Fama vola per mezzo alle schiere de' greci eroi, non per mezzo alle caterve de' lor plebei), [e] con la tromba (la qual dee essere la tromba di Clio, ch'è la storia eroica) celebra i nomi grandi (quanto lo furono di fondatori di nazioni).
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Virgilio Fama Troia Fama Clio
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