E qui ebbero principio le clientele e i primi dirozzamenti de' feudi, de' quali abbiamo molto, appresso, da ragionare; delle quali clientele e clienti si leggono sulla storia antica sparse tutte le nazioni, come nelle Degnità sta proposto. Ma Tucidide narra che nell'Egitto, anco a' suoi tempi, le dinastie di Tane erano tutte divise tra padri di famiglie, principi pastori di famiglie sì fatte; ed Omero, quanti eroi canta, tanti chiama «re», e gli diffinisce «pastori de' popoli», che dovetter esser innanzi di venire i pastori de' greggi, come appresso dimostreremo. Tuttavia in Arabia, com'erano stati in Egitto, or ne sono in gran numero; e nell'Indie occidentali si truovò la maggior parte, in tale stato di natura, governarsi per famiglie sì fatte, affollate di tanto numero di schiavi, che diede da pensare all'imperador Carlo V, re delle Spagne, di porvi modo e misura. E con una di queste famiglie dovette Abramo far guerre co' re gentili; i cui servi, co' quali le fece, troppo al nostro proposito, dotti di lingua santa traducono «vernaculos», come poc'anzi «vernæ» si sono da noi spiegati.
Sul nascere di queste cose incominciò con verità il famoso nodo erculeo, col quale i clienti si dissero «nexi», «annodati» alle terre, che dovevano coltivare per gl'incliti; che passò poi in un nodo finto, come vedremo, nella legge delle XII Tavole, che dava la forma alla mancipazione civile, che solennizzava tutti gli atti legittimi de' romani. Ora, perché non si può intendere spezie di società né più ristretta per parte di chi ha copia di beni, né, per chi ne ha bisogno, più necessaria, quivi dovettero incominciare i primi soci nel mondo, che, come l'avvisammo nelle Degnità, furon i soci degli eroi, ricevuti per la vita, come quelli ch'avevano arresa alla discrezion degli eroi la lor vita.
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