L'altra divisione fu di «civis» e «hostis». E «hostis» significò «ospite o straniero» e «nimico», perché le prime città si composero di eroi e di ricevuti a' di lor asili (nel qual senso s'hanno a prendere tutti gli ospizi eroici); come, da' tempi barbari ritornati, agl'italiani restò «oste» per «albergatore» e per gli «alloggiamenti di guerra», e «ostello» dicesi per «albergo». Così Paride fu ospite della real casa d'Argo, cioè nimico, che rapiva donzelle nobili argive, rappresentate col carattere d'Elena. Così Teseo fu ospite d'Arianna, Giasone di Medea, che poi abbandonano e non vi contraggono matrimoni: ch'erano riputate azioni eroiche, che, co' sensi nostri presenti, sembrano, come lo sono, azioni d'uomini scellerati. Così hassi a difendere la pietà d'Enea, ch'abbandona Didone ch'aveva stuprato (oltre a' grandissimi benefizi che n'avea ricevuti, e la magnanima profferta che quella gli aveva fatto del regno di Cartagine in dote delle sue nozze), per ubbidir a' fati, i quali, benché fusse straniera anch'essa, gli avevano destinata Lavinia moglie in Italia. Il qual eroico costume serbò Omero nella persona d'Achille, il massimo degli eroi della Grecia, il quale rifiuta qualunque delle tre figliuole ch'Agamennone gli offre in moglie con la regal dote di sette terre ben popolate di bifolchi e pastori, rispondendo di voler prendere in moglie quella che nella sua padria gli darebbe Peleo, suo padre. Insomma, i plebei eran «ospiti» delle città eroiche, contro i quali udimmo più volte Aristotile che «gli eroi giuravano d'esser eterni nimici». Questa stessa divisione ci è dimostrata con quelli estremi di «civis» e «peregrinus», preso il «peregrino» con la sua natia propietà d'«uomo che divaga per la campagna», detta «ager» in significazione di «territorio» o «distretto» (come «ager neapolitanus», «ager nolanus»), detto così quasi «peragrinus», perocché gli stranieri che viaggiano per lo mondo non divagano per gli campi, ma tengon dritto per le vie pubbliche.
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