Tali origini ragionate degli ospiti eroici danno un gran lume alla storia greca ove narra de' sami, sibariti, trezeni, anfiboliti, calcidoni, gnidi e scii, che dagli stranieri vi furono cangiate le repubbliche da aristocratiche in popolari; e danno l'ultimo lustro a ciò ch'abbiamo pubblicato molti anni fa con le stampe, ne' Princìpi del Diritto universale, d'intorno alla favola delle leggi delle XII Tavole venute da Atene in Roma; ch'è un de' due luoghi per gli quali stimiamo non esser inutile affatto quell'opera: che nel capo De forti sanate nexo soluto, che noi pruovammo essere stato il subbietto di tutta quella contesa, per ciò che vi han detto i latini filologi che 'l «forte sanate» era lo straniero ridutto all'ubbidienza, ella fu la plebe romana, la quale si era rivoltata perché non poteva da' nobili riportar il dominio certo de' campi; che certo non poteva durare, se non ne fusse stata fissa eternalmente la legge in una pubblica tavola, con la quale determinatosi il gius incerto, manifestatosi il gius nascosto, fusse legata a' nobili la mano regia di ripigliarglisi: ch'è 'l vero di ciò che ne racconta Pomponio. Per lo che fece tanti romori che fu bisogno criare i decemviri, i quali diedero altra forma allo Stato e ridussero la plebe sollevata all'ubbidienza, con dichiararla, con questo capo, prosciolta dal nodo vero del dominio bonitario, per lo quale erano stati «glebæ addicti» o «adscriptitii» o «censiti» del censo di Servio Tullio, come sopra si è dimostrato, e restasse obbligata col nodo finto del dominio quiritario: ma se ne serbò un vestigio fin alla legge Petelia nel diritto, ch'avevano i nobili, della prigion privata sopra i plebei debitori.
| |
Princìpi Diritto XII Tavole Atene Roma Pomponio Stato Servio Tullio Petelia
|