E, perché gli uomini erano di menti particolarissime, che non potevano intendere ben comune, per lo che eran avvezzi a non impacciarsi nemmeno delle cose particolari d'altrui, siccome Omero il fa dire da Polifemo ad Ulisse (nel qual gigante Platone riconosce i padri di famiglia nello stato che chiamano «di natura», il quale fu innanzi a quello delle città), la provvedenza, con la stessa forma di tai governi, gli menò ad unirsi alle loro patrie, per conservarsi tanto grandi privati interessi quanto erano le loro monarchie famigliari (ch'era ciò ch'essi assolutamente intendevano); e sì, fuori d'ogni loro proposito, convennero in un bene universale civile, che si chiama «repubblica».
Or qui, per quelle pruove divine ch'avvisammo sopra nel Metodo, si rifletta, col meditarvi sopra, alla semplicità e naturalezza con che la provvedenza ordinò queste cose degli uomini, che, per falsi sensi, gli uomini dicevano con verità che tutte facessero i dèi; - e col combinarvi sopra l'immenso numero degli effetti civili, che tutti richiamerannosi a queste quattro loro cagioni, che, come per tutta quest'opera si osserverà, sono quasi quattro elementi di quest'universo civile: cioè religioni, matrimoni, asili e la prima legge agraria che sopra si è ragionata; - e poi, tra tutti i possibili umani, si vada in ricerca se tante, sì varie e diverse cose abbian in altra guisa potuto aver incominciamenti più semplici e più naturali tra quelli stessi uomini ch'Epicuro dice usciti dal caso e Zenone scoppiati dalla necessità, che né 'l caso gli divertì né 'l fato gli strascinò fuori di quest'ordine naturale: ché, nel punto nel qual esse repubbliche dovevano nascere, già si erano innanzi apparecchiate ed erano tutte preste le materie a ricever la forma, e n'uscì il formato delle repubbliche, composto di mente e di corpo.
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