Se 'l precorso di tante, sì varie e diverse cagioni, quante si sono qui meditate fin dall'età di Saturno; se 'l séguito di tanti, sì vari e diversi effetti della repubblica romana antica, i quali osserva il Bodino; e se la perpetuità o continuazione con cui quelle cagioni influiscono in questi effetti, la quale considera Livio, non sono valevoli a stabilire che 'l regno romano fu aristocratico e che la ordinata da Bruto fu la libertà de' signori (e ciò per attenersi alla sola autorità), bisogna dire ch'i romani, gente barbara e rozza, avesser avuto il privilegio da Dio, che non poteron aver essi greci, gente acuta umanissima, i quali, al narrar di Tucidide, non seppero nulla dell'antichità loro propie fin alla guerra peloponnesiaca, che fu il tempo più luminoso di Grecia, come osservammo sopra nella Tavola cronologica: ove dimostrammo il medesimo de' romani fin dentro alla seconda guerra cartaginese, dalla quale Livio professa scrivere la romana storia con più certezza, e pur apertamente confessa di non saperne tre circostanze, che sono le più considerabili nella storia, le qual'ivi si sono ancor osservate. Ma, con tutto che si conceda tal privilegio a' romani, pure resterà di ciò un'oscura memoria, una confusa fantasia; e pertanto la mente non potrà rinniegare i raziocinî che si son fatti sopra tai cose romane antiche.
8.
COROLLARIO D'INTORNO ALL'EROISMO DE' PRIMI POPOLI.
Ma l'età eroica del primo mondo di cui trattiamo ci tragge con dura necessità a ragionare dell'eroismo de' primi popoli.
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