Sicché questa è l'epoca delle città eroiche, che sopra le famiglie de' famoli sursero di stato severissimo aristocratico.
IV. L'altra città è assediata con armi, e, a vicenda con la prima, menano prede l'una dall'altra; e quivi la città senza nozze (ch'erano le plebi delle città eroiche) diventa un'altra intiera città nimica. Il qual luogo a maraviglia conferma ciò che sopra abbiam ragionato: che i primi stranieri, i primi «hostes» furono le plebi de' popoli eroici, contro le quali, come n'abbiamo più volte udito Aristotile, gli eroi giuravano d'esser eterni nimici; onde poi l'intiere città, perché tra loro straniere, co' ladronecci eroici, esercitavano eterne ostilità tra di loro, come sopra si è ragionato.
V. E finalmente vi si vedeva descritta la storia dell'arti dell'umanità, dandole incominciamento dall'epoca delle famiglie; perché, prima di ogni altra cosa, vi si vedeva il padre re, che con lo scettro comanda il bue arrosto dividersi a' mietitori; dappoi vi si vedevano piantate vigne; appresso, armenti, pastori e tuguri; e in fine di tutto v'erano descritte le danze. La qual immagine, con troppo bello e vero ordine di cose umane, sponeva ritruovate prima l'arti del necessario: la villereccia, e prima del pane, dipoi del vino; appresso, quelle dell'utile: la pastoreccia; quindi quelle del comodo: l'architettura urbana; finalmente quelle del piacere: le danze.
VII
FISICA POETICA.
1.
DELLA FISICA POETICA.
Passando ora all'altro ramo del tronco metafisico poetico, per lo quale la sapienza poetica si dirama nella fisica e quindi nella cosmografia e, per questa, nell'astronomia, di cui son frutte la cronologia e la geografia, diamo, a quest'altra parte che resta di ragionamento, principio dalla fisica.
| |
Aristotile
|