Ma tal loro sublimità di dottrina fu una gran goffaggine e semplicità de' primi uomini, i quali (come i fanciulli, quando si guardano negli specchi, vogliono afferrare le lor immagini) dalle varie modificazioni de' lor atti e sembianti credevano esser un uomo nell'acqua, che cangiassesi in varie forme.
Finalmente fulminò il cielo, e Giove diede principio al mondo degli uomini dal poner questi in conato, ch'è propio della libertà della mente, siccome dal moto, il qual è propio de' corpi, che son agenti necessari, cominciò il mondo della natura; perocché que', che ne' corpi sembran esser conati, sono moti insensibili, come si è detto sopra nel Metodo. Da tal conato uscì la luce civile, di cui è carattere Apollo, alla cui luce si distinse la civile bellezza onde furono belli gli eroi; della quale fu carattere Venere, che poi fu presa da' fisici per la bellezza della natura, anzi per tutta la natura formata, la qual è bella e adorna di tutte le sensibili forme.
Uscì il mondo de' poeti teologi da quattro elementi sagri: dall'aria, dove fulmina Giove, dall'acqua delle fonti perenni, di cui è nume Diana; dal fuoco, onde Vulcano accese le selve; e dalla terra colta, ch'è Cibele o Berecintia. Che tutti e quattro sono gli elementi delle divine cerimonie: cioè auspìci, acqua, fuoco e farro, che guarda Vesta, che, come si è detto sopra, è la stessa che Cibele o Berecintia, la quale delle terre colte afforzate di siepi, con le ville poste in alto in figura di torri (onde a' latini è «extorris», quasi «exterris»), ella va Coronata; con la qual corona si chiude quello che ci restò detto «orbis terrarum», ch'è propiamente il mondo degli uomini.
| |
Giove Metodo Apollo Venere Giove Diana Vulcano Cibele Berecintia Vesta Cibele Berecintia Coronata
|