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      Quindi poi i fisici ebbero il motivo di meditare ne' quattro elementi de' quali è composto il mondo della natura.
      Gli stessi poeti teologi e agli elementi e alle indi uscite innumerabili speziali nature diedero forme viventi e sensibili, ed alla maggior parte umane, e ne finsero tante e sì varie divinità, come abbiamo ragionato sopra nella Metafisica; onde riuscì acconcio a Platone d'intrudervi il placito delle sue «menti» o «intelligenze»: che Giove fusse la mente dell'etere, Vulcano del fuoco, e altri somiglianti. Ma i poeti teologi tanto intesero tal'intelligenti sostanze, che fin ad Omero non s'intendeva essa mente umana, in quanto, per forza di riflessione, resiste al senso; di che vi sono due luoghi d'oro nell'Odissea, dove vien detta o «forza sagra» o «vigor occulto», che son lo stesso.
     
      2.
     
      DELLA FISICA POETICA INTORNO ALL'UOMO O SIA DELLA NATURA EROICA.
     
      Ma la maggior e più importante parte della fisica è la contemplazione della natura dell'uomo. Come gli autori del gener umano gentilesco s'abbiano essi in un certo modo generato e produtto la propia lor forma umana per entrambe le di lei parti, cioè con le spaventose religioni e coi terribili imperi paterni; e con le sagre lavande essi edussero da' loro corpi giganteschi la forma delle nostre giuste corporature, e con la stessa disciplina iconomica eglino, da' lor animi bestiali, edussero la forma de' nostri animi umani: tutto ciò sopra, nell'Iconomica poetica, si è ragionato, e questo è luogo propio da qui doversi ripetere.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





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