Or i poeti teologi, con aspetto di rozzissima fisica, guardarono nell'uomo queste due metafisiche idee: d'essere e di sossistere. Certamente gli eroi latini sentirono l'«essere», assai grossolanamente, con esso «mangiare», che dovett'esser il primo significato di «sum», che poi significò l'uno e l'altro; conforme anch'oggi i nostri contadini, per dire che l'ammalato vive, dicono ch'«ancor mangia»: perché «sum» in significato d'«essere» egli è astrattissimo, che trascende tutti gli esseri; scorrevolissimo, che per tutti gli esseri penetra; purissimo, che da niun essere è circoscritto. Sentirono la «sostanza», che vuol dire «cosa che sta sotto e sostiene» star ne' talloni, perocché sulle piante de' piedi l'uomo sussiste; ond'Achille portava i suoi fati sotto il tallone, perché ivi stasse il suo fato, o sia la sorte del vivere e del morire.
La compagine del corpo riducevano a' solidi e liquidi. I solidi richiamavano a viscere o sieno carni (come appo i romani si disse «visceratio» la divisione che da' sacerdoti si faceva al popolo delle carni delle vittime sagrificate), talché «vesci» intesero «nudrirsi», quando del cibo si faccia carne; - ad ossa e giunture, che si dicono «artus» (ov'è da osservare che «artus» è detto da «ars», ch'agli antichi latini significò la «forza del corpo», ond'è «artitus», «atante della persona»: poi fu detta «ars» ogni compagine di precetti che ferma qualche facultà della mente); - a' nervi, che, quando, mutoli, parlavan per corpi, presero per le forze (da un qual nervo, detto «fides», in senso di «corda», fu detta «fede» la «forza degli dèi», del qual nervo o corda o forza poi fecero il liuto d'Orfeo), e con giusto senso riposero ne' nervi le forze, poiché questi tendono i muscoli, che bisognano tendersi per far forza; - e finalmente a midolle, e nelle midolle riposero, con senso ancor giusto, il fior fior della vita (onde «medulla» era detta dall'innamorato l'amata donna, e «medullitus» ciò che diciamo «di tutto cuore», e amore, ov'è grande, si dice «bruciar le midolla»). I liquidi riducevano al solo sangue, perciocché la sostanza nervea o spermale pur chiamavano «sangue» (come la frase poetica lo ci dimostra: «sanguine cretus» per «generato»), e con giusto senso ancora, perché tal sostanza è 'l fior fiore del sangue.
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Achille Orfeo
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