Ma la fantasia altro non è che risalto di reminiscenze, e l'ingegno altro non è che lavoro d'intorno a cose che si ricordano. Ora, perché la mente umana de' tempi che ragioniamo non era assottigliata da verun'arte di scrivere, non spiritualezzata da alcuna pratica di conto e ragione, non fatta astrattiva da tanti vocaboli astratti di quanti or abbondan le lingue, come si è detto sopra nel Metodo, ella esercitava tutta la sua forza in queste tre bellissime facultà, che le provengon dal corpo; e tutte e tre appartengono alla prima operazion della mente, la cui arte regolatrice è la topica, siccome l'arte regolatrice della seconda è la critica; e, come questa è arte di giudicare, così quella è arte di ritruovare, conforme si è sopra detto negli Ultimi corollari della Logica poetica. E, come naturalmente prima è 'l ritruovare, poi il giudicar delle cose, così conveniva alla fanciullezza del mondo di esercitarsi d'intorno alla prima operazion della mente umana, quando il mondo aveva di bisogno di tutti i ritruovati per le necessità ed utilità della vita, le quali tutte si erano provvedute innanzi di venir i filosofi, come più pienamente il dimostreremo nella Discoverta del vero Omero. Quindi a ragione i poeti teologi dissero la Memoria esser «madre delle muse», le quali sopra si sono truovate essere l'arti dell'umanità.
È, in questa parte, da punto non trallasciare quest'importante osservazione, che molto rileva per quello che nel Metodo si è sopra detto: ch'or intender appena si può, affatto immaginar non si può come pensassero i primi uomini che fondarono l'umanità gentilesca, ch'erano di menti così singolari e precise, ch'ad ogni nuov'aria di faccia ne stimavano un'altra nuova, com'abbiam osservato nella favola di Proteo; ad ogni nuova passione stimavano un altro cuore, un altro petto, un altr'animo: onde sono quelle frasi poetiche, usate, non già per necessità di misure, ma per tal natura di cose umane, quali sono «ora», «vultus», «animi», «pectora», «corda», prese per gli numeri loro del meno.
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